martedì 3 gennaio 2017

Ragazza ivoriana morta in un campo accoglienza



Purtroppo con le migliaia di persone in condizioni precarie e senza adeguati controlli è un accadimento che, per quanto doloroso sotto il profilo umano, non deve meravigliare: il campo ha circa 1400 ospiti come dichiarato ai microfoni de la Repubblica in un collegamento diretto su Facebook. Il fatto è accaduto al centro di Cona (Venezia) dove attualmente pare siano sequestrati una ventina di operatori.



Intervistato sul posto il questore alla richiesta se la polizia sia intervenuta o abbia intenzione di intervenire all'interno del campo afferma che questo non sarà fatto per non acuire una tensione già forte. Ma come potranno essere accertate le reali cause del decesso o acquisite eventuli prove di fatti delittuosi se la polizia non intende accedere? Parla poi di rispetto della loro cultura, delle modalità con cui sono abituati a vedere nel loro paese la polizia, ossia secondo un concetto solo "repressivo". E qui si ritorna ancora una volta ad un assurdo principio secondo il quale non è la legge del paese ospitante a dover essere rispettata, non sono le abitudini, le prassi e la cultura italiana che queste persone devono cercare di comprendere, considerato che non è partita dall'Italia la richiesta di loro ingresso.

Talune espressioni di un buonismo stucchevole usate dal questore sono assolutamente inaccettabili in un paese civile, in uno stato di diritto quale dovrebbe essere l'Italia. Con la politica della "mano di velluto" a tutti i costi dove andremo a finire? Non è accettabile che la polizia debba adattare il suo stile di intervento agli usi e costumi di 1400 persone che, come affermato dal questore stesso, sono peraltro appartenenti a culture e religioni diverse, provenendo altresí da differenti paesi perlopiù africani. Sarebbe come dire: affrontiamo una rivolta di lomardi secondo la cultura milanese o una in campania secondo gli usi napoletani! Se i cittadini Italiani organizzassero una rivolta analoga per protestare contro i ritardi della burocrazia, magari nell'assegnare un sussidio o un supporto per le cure ad un malato cronico grave, una casa ad una famiglia senzatetto, il pagamento a un imprenditore che ha fornito beni e servizi allo Stato e rischia il fallimento per i ritardi dello Stato che invece di pagare i debiti preferisce salvare nuovamente il sistema bancario con 20 miliardi di Euro, un esame o una cura medica a chi nel frattempo rischia nell'attesa di morire........in Italia scoppierebbe una rivoluzione!

Pur col totale rispetto, lo ribadisco, ed il dolore per la perdita di una vita umana è assoluamente necessario, con il dovuto pragmatismo, interrogarsi una volta di più sull'effettiva validità delle modalità di accoglienza che l'attuale classe politica che governa il paese ha sin qui adottato e, soprattutto, intende adottare da qui in avanti.

D'altro canto non si possono non evidenziare i volti perlopiù sorridenti di molti di questi ospiti del campo che, ci si aspetterebbe invece di vedere affranti per la morte di una loro compatriota. Ma nessuno sa ancora come siano andate effettivamente le cose e non ho grande fiducia sul fatto che anche in seguito le circostanze possano essere chiarite visto anche il mancato tempestivo intervento all'interno delle forze di polizia. Gli agenti in assetto antisommossa sono infatti entrati nel campo solo dopo le 14:00 e qualora la morte dell'ospite ivoriana fosse dovuta ad ipotesi delittuosa non si capisce quali elementi di prova validi possano essere raccolti con così ampio ritardo

Le foto che seguono si commentano da sole, con la consueta diffusione di telefonini i cui costi non si comprende bene da chi siano sostenuti:



Non è accettabile che siano stati appostati nel bilancio dello Stato italiano sia per il 2016 che per il 2017 oltre 2,5 miliardi di Euro, con un rilevante aumento di spesa rispetto agli ani precedenti, senza che siano chiari gli obiettivi che questa amministrazione pubblica si è prefissata e quali sono i programmi concreti per il loro raggiungimento. Ancora meno chiare sono poi le intenzioni riguardo al rispetto della popolazione residente nei luoghi dove viene fatta accoglienza che, pe run sacrosanto principio di cittadinanza hanno priorità sugli aiuti ai migranti ma la cui tranquillità di vita va garantita senza alcun dubbio prima ancora di coloro che fruiscono dell'accoglienza.

(tutte le immagini di questo post sono tratte dalla diretta di "La Repubblica" R.it)

Il quotidiano online de La Repubblica riporta:
Terza rivolta in un anno. All'interno del cpa di Cona, una ex base missilistica, trovano rifugio circa un migliaio di migranti. Le proteste di ieri non sono le prime andate in scena nell'hub, anche se sono state le prime con un accento violento con l'utilizzo di fuochi e di minacce. Il 30 agosto scorso una cinquantina di migranti avevano manifestato in strada per protestare contro i lunghi tempi di evasione delle pratiche per le richieste di asilo. In quella occasione tuttavia si era trattato di un sit in pacifico controllato dalle forze dell'ordine.
In precedenza, il 27 gennaio dello scorso anno un centinaio di migranti, su un totale in quel momento di 600 contro i 900 di oggi, era sceso in strada per protestare contro il livello di assistenza loro offerto nella struttura. Senza creare particolari tensioni, avevano occupato parte della strada cercando di richiamare l'attenzione sui problemi soprattutto igienico sanitari della struttura, sottolineando il fatto di essere in troppi rispetto alla capacità di accoglienza della ex base.

I Tweets dei politici



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